13:22
L’Unione e l’Europarlamento
al servizio dei cittadini
Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.
Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.
Uno tra gli ultimi provvedimenti approvati è la riforma del copyright, ma sono centinaia le proposte legislative della Commissione Juncker discusse, perfezionate e adottate dal Parlamento europeo.
Tra luglio 2014 e gennaio 2019 ci sono state 27.657 votazioni. Gli emendamenti presentati sono stati 32.231, le interrogazioni scritte 60.673, mentre le procedure legislative votate in plenaria sono state 1.128, per oltre duemila ore di seduta. Il Parlamento europeo non ha potere d’iniziativa legislativa, ma insieme al Consiglio ha la facoltà di respingere o adottare le normative europee nel caso della procedura legislativa ordinaria, che si applica a 85 settori principali tra cui l’agricoltura, l’immigrazione e l’economia (ma non fiscalità). Tra le proposte legislative che sono state discusse, migliorate e concluse con successo dopo i negoziati con il Consiglio c’è il via libera all’accordo di Parigi sul clima, al trattato di libero commercio con Canada (Ceta) e al programma europeo per l’accesso gratuito a internet (WiFi4EU).
Tra i risultati storici anche le nuove regole per ridurre l’uso dei sacchetti di plastica, la fine del geoblocking, il tetto alle commissioni per i pagamenti con Pos e carta di credito, oltre che l’aggiornamento della direttiva sugli audiovisivi. Tra i provvedimenti che hanno avuto l’impatto più immediato sulla vita dei cittadini c’è anche l’abolizione del roaming. Dal 15 giugno 2017, gli europei possono infatti chiamare, mandare messaggi e navigare su internet in tutti gli Stati membri alle stesse condizioni e agli stessi prezzi del loro Paese. Di particolare importanza è poi la normativa Ue per la protezione dei dati personali, approvata dal Parlamento europeo nell’aprile del 2016, che ha come punti cardine il ‘diritto all’oblio’, un consenso chiaro per l’utilizzo dei dati e una maggiore chiarezza nelle politiche per la privacy.
Dal 15 giugno 2017 gli europei possono chiamare, mandare messaggi e navigare su internet in tutti gli Stati membri alle stesse condizioni e agli stessi prezzi del loro Paese. L’abolizione delle tariffe di roaming è uno dei traguardi più importanti dell’attuale legislatura. Il via libera dell’Eurocamera è arrivato nell’aprile del 2017, dopo l’accordo informale con il Consiglio. Una battaglia durata dieci anni, lanciata dall’eurodeputata del Partito popolare europeo (Ppe) Viviane Reding quando era commissaria europea per l’Economia e la società digitale. La fine del roaming non riguarda soltanto i 28 Stati membri, ma anche tre paesi dell’area economica europea: Islanda, Norvegia e Lichtenstein. Per evitare abusi, si è deciso di consentire agli operatori di telefonia mobile di richiedere costi di roaming nel caso in cui l’uso all’estero ecceda quello nel Paese di origine.
Il diritto all’oblio, un “consenso chiaro” per l’utilizzo dei dati e una maggiore chiarezza nelle politiche per la privacy sono invece i punti principali delle nuove norme per la protezione dei dati personali, approvate dall’Europarlamento nel mese di aprile 2016. Anche questa una normativa importante, che punta a ridare ai cittadini europei il controllo delle proprie informazioni personali. La riforma approvata dall’Eurocamera stabilisce anche degli standard minimi per l'utilizzo dei dati a fini giudiziari e di polizia. Le nuove regole sono frutto di un lavoro durato quattro anni, in cui si è studiata e dibattuta la revisione delle precedenti norme comunitarie. La riforma sostituisce la direttiva del 1995, messa a punto quando il web era ancora agli albori.
Tra i risultati dell’Eurocamera c’è anche il via libera all’accordo di Parigi sul clima (novembre 2016). Si tratta del primo accordo vincolate globale a tutela dell’ambiente che sia mai stato raggiunto. Avrebbe dovuto coinvolgere almeno 55 Paesi, che rappresentano oltre il 55% delle emissioni globali. L’annuncio del ritiro da parte degli Usa ha reso più difficile il raggiungimento dell’obiettivo, ma l’Ue è determinata a portare avanti il suo impegno a tutela del clima.
Accesso gratuito al wi-fi gratuito negli spazi pubblici europei, unito alla tutela dei dati personali: questo l’obiettivo del programma Ue WiFi4EU, approvato nel settembre 2017 dal Parlamento europeo. I fondi che l’Ue stanzia per il programma possono essere utilizzati in maniera "geograficamente equilibrata" in più di 6mila comunità in tutti i Paesi Ue e sulla base dell’ordine di arrivo delle richieste. Grazie a WiFi4EU, vengono finanziate connessioni wireless gratuite nei centri pubblici, compresi gli spazi esterni accessibili al grande pubblico come biblioteche, amministrazioni pubbliche, ospedali. Per ottenere i fondi, gli enti pubblici devono coprire i costi operativi della rete per almeno tre anni e offrire agli utenti una connessione gratuita e sicura. I finanziamenti possono essere utilizzati solo a condizione che siano escluse sia la pubblicità, sia l’utilizzo di dati personali a fini commerciali.
Tra le direttive approvate approvate nel corso dell’ottava legislatura c’è anche quella che regola l'utilizzo dei dati del codice di prenotazione dei passeggeri aerei (Pnr), che ha l’obiettivo di prevenire oltre che di accertare reati gravi. La stretta, che punta anche a contrastare il terrorismo, è stata approvata dall’Eurocamera nel mese di aprile 2016. Le compagnie aeree saranno obbligate a comunicare alle autorità competenti i dati dei passeggeri per tutti i voli provenienti da Paesi terzi verso l'Unione Europea e viceversa. Gli Stati membri potranno decidere in alcuni casi di estendere le regole ai voli intra-Ue, ma in questo caso servirà una notifica alla Commissione.
Nel gennaio 2015, l’Eurocamera ha dato invece il via libera alle nuove norme Ue sui servizi di pagamento. Le regole permettono di tagliare i costi e al tempo stesso rendono più sicuri i pagamenti online, stabilendo regole sulla privacy.
La stretta sull'uso dei sacchetti di plastica più comuni e più inquinanti è stata approvata in via definitiva dall’Eurocamera nell’aprile del 2015. I sacchetti di plastica leggeri più sottili di 50 micron sono meno riutilizzabili rispetto ai modelli più spessi e diventano rifiuti più rapidamente. Questa la ragione per cui l’Ue ha lavorato su regole per limitarne l’utilizzo, che fin qui è stato massiccio. Si stima che nel 2010 ogni cittadino europeo abbia utilizzato 198 sacchetti di plastica, di cui circa il 90% in materiale leggero. Con le nuove norme, gli Stati membri dell'Ue devono o adottare misure per ridurre il consumo medio annuo di sacchetti di plastica a 90 sacchetti leggeri per cittadino entro il 2019 (a 40 entro il 2025), oppure garantire che entro il 2018 i sacchetti leggeri non siano più forniti ai consumatori a titolo gratuito.
Tra i risultati dell’ottava legislatura anche l’adozione, nel marzo del 2015, delle regole che impongono dei massimali alle commissioni che le banche addebitano ai rivenditori quando accettano pagamenti con carta di credito. Il limite si applica sia ai pagamenti transfrontalieri che a quelli nazionali, tagliando i costi per chi utilizza le carte di debito e di credito. Si stabilisce così un tetto dello 0,2% del valore della transazione per i pagamenti con carta di debito e dello 0,3% per quelli con carta di credito.
Il via libera alla fine del geoblocking è invece arrivato nel marzo 2018. Le nuove norme approvate dal Parlamento europeo vietano le restrizioni all’acquisto di beni e dei servizi su siti di un altro Stato membro. In passato i siti di e-commerce potevano ad esempio bloccare o reindirizzare un utente in automatico verso un altro sito web a causa della sua nazionalità, luogo di residenza o dell’ubicazione temporanea. Con le nuove regole, gli operatori commerciali dovranno trattare gli acquirenti online provenienti da un altro Paese dell'Ue allo stesso modo dei clienti locali.
La revisione delle regole sull’audiovisivo sono state approvate dall’Eurocamera nel mese di ottobre 2018. Le nuove norme introducono una quota minima del 30% di produzioni europee sulle piattaforme on demand di streaming – come Netflix, Amazon Video, Google Play, iTunes – e una maggiore tutela per i minori da contenuti violenti, dannosi o di istigazione all'odio online così come avviene per la tv tradizionale. Vengono introdotti anche limiti alle pubblicità, che potranno occupare al massimo il 20% del tempo di trasmissione giornaliera tra le 6.00 e le 18.00, con la possibilità per l'emittente di adattare la propria offerta pubblicitaria.
Altro traguardo storico dell’ottava legislatura è l’approvazione del Trattato di libero scambio Ue-Canada nel mese di febbraio 2017, entrato in vigore in via provvisoria a partire da aprile 2017. L’accordo deve però essere ratificato da una larga parte degli Stati membri, tra cui l’Italia.
Le nuove regole in materia di governance societaria – che introducono una maggiore trasparenza sulle attività delle grandi imprese e delle società quotate – sono state approvate nel luglio 2015.
Lo scorso 26 marzo, il Parlamento europeo ha approvato a Strasburgo la riforma del copyright, che tutela la libertà di espressione mettendo al tempo stesso gli editori e i creativi nella condizione di negoziare con i giganti del web. L’accordo dovrà però essere formalmente approvato dal Consiglio dell’Ue.
Notizie ANSA Scegli l’informazione di ANSA.it
Abbonati per leggere senza limiti tutte le notizie di ANSA.it
Abbonati oraSe è una notizia,
è un’ANSA.
Raccogliamo, pubblichiamo e distribuiamo informazione giornalistica dal 1945 con sedi in Italia e nel mondo. Approfondisci i nostri servizi.
Resta connesso
Ultima ora