"Sino ad oggi la discussione è stata
intorno a quali Paesi sarebbero disposti a mandare dei soldati
in Ucraina e quali no: io credo non si debba escludere nulla e
mantenere una certa ambiguità strategica sul punto". Lo ha detto
l'alto rappresentante Ue, Kaja Kallas in un'intervista
rilasciata ad un gruppo di media internazionali, tra cui l'ANSA,
al debutto del suo incarico, prima di visitare Kiev. Kallas ha
poi sottolineato che l'Europa potrebbe "avere un ruolo" se si
arrivasse davvero ad un cessate il fuoco e fosse necessario
inviare delle truppe per verificare che sia rispettato. "La
scelta in merito ad ogni modo resta nelle mani dell'Ucraina", ha
notato.
Nel primo tweet da alto rappresentante, Kallas ha scritto: "È
un privilegio essere a Kiev insieme al Presidente del Consiglio
Europeo Costa e alla Commissaria Kos. Nella mia prima visita da
quando ho assunto l'incarico, il mio messaggio è chiaro:
l'Unione Europea vuole che l'Ucraina vinca questa guerra. Faremo
tutto il necessario per riuscirci".
L'ex premier estone, nel corso dell'intervista con l'ANSA, ha
detto che sta già "costruendo ponti con l'amministrazione
statunitense". "Ma quando sento i resoconti degli Stati membri
che hanno avuto colloqui con l'amministrazione Trump... beh, non
dicono più che è così facile porre fine a questa guerra",
confida Kallas. "Forse dovremmo domandarci se la tregua non
serva ai russi per non rinunciare ai loro obiettivi, perché per
l'Ucraina è dura al momento. Ma stiamo sopravvalutando Mosca: la
loro economia è entrata in una fase difficile, tra sanzioni,
deficit, inflazione, mancanza di personale", spiega.
Dunque è anche "nell'interesse degli Usa" continuare a
sostenere l'Ucraina perché una vittoria di Mosca "rafforzerebbe
la Cina, l'Iran e la Corea del Nord, che già operano insieme".
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