A livello economico l'Abruzzo
affonda nelle posizioni più basse della classifica delle Regioni
italiane: i valori al 31 dicembre 2023, paragonati all'anno
precedente, confermano che i dati regionali sono tutti peggiori
di quelli nazionali. Gli unici numeri in positivo - quelli
relativi all'export e al Pil - sono subito ridimensionati se
letti in un'ottica di lungo periodo. A rilevarlo è il segretario
regionale del Pd, Daniele Marinelli, secondo il quale "è
indubbio che l'economia abruzzese stia attraversando un periodo
negativo, che corrisponde agli anni in cui la Regione è stata
governata dal centrodestra".
"Entrando nel dettaglio - spiega Marinelli - si nota che
l'Abruzzo performa peggio del resto d'Italia quanto al numero di
imprese (0,23% contro 0,70%), di aziende artigiane (-0,43%
contro 0,35%), credito (-5,63% contro -5,13%), occupazione (1,3%
contro 2,3%), popolazione (-0,21% contro -0,01%), consumi delle
famiglie (0,8% contro 1,2%) e investimenti pubblici (31,6%
contro 41,5%)".
Nel recente rapporto Svimez hanno fatto molto discutere i
dati relativi all'export (+13,6% rispetto allo 0% del resto
d'Italia) e al Pil (1,4% rispetto allo 0,9%). "Si tratta di
valori da leggere - sottolinea il segretario regionale del Pd -
in diacronia: negli ultimi cinque anni l'export abruzzese è
cresciuto meno della metà rispetto a quello nazionale (14,9%
contro 34,6%) ed è terzultimo in Italia; riguardo al Pil,
nell'ultimo quinquennio è cresciuto soltanto dello 0,2% contro
il 3,5% italiano, valore che posiziona la regione al quartultimo
posto nel Paese.
Secondo Marinelli "non c'è una visione di sviluppo né una
strategia industriale: ci si limita ai finanziamenti a pioggia
o, nella migliore delle ipotesi, a continuare quanto era stato
avviato dal centrosinistra con il Masterplan. E' inutile fare
tavoli su tavoli se poi non arrivano decisioni puntuali e
risorse conseguenti".
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