"Nell'assoluta convinzione della mia totale estraneità ai fatti contestati, ritengo opportuno informarla per quanto di sua competenza".
Il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina - apprende l'ANSA -, ha appena scritto al procuratore della Figc, Giuseppe Chinè, segnalando la chiusura delle indagini della Procura di Roma a suo carico e chiedendo di fatto di aprire un'inchiesta della giustizia sportiva nei suoi confronti.
Gravina rischia processo, è accusato di autoriciclaggio (di Marco Maffettone)
La Procura di Roma ha chiuso lunedì il procedimento a carico del presidente della Federazione Giuoco Calcio, Gabriele Gravina che ora rischia di finire sotto processo per le accusa di autoriciclaggio e appropriazione indebita. L'atto di conclusioni degli accertamenti è stato notificato all'indagato che, trascorsi venti giorni, potrebbe chiedere di essere ascoltato dai titolari del fascicolo.
L'indagine venne avviata a piazzale Clodio nel marzo del 2023 dopo un atto di impulso della Procura nazionale Antimafia su presunti illeciti emersi dall'inchiesta di Perugia su attività di dossieraggio che coinvolge, tra gli altri, Pasquale Striano.
L'oggetto del procedimento riguarda presunte irregolarità tra cui la compravendita di una collezione di libri antichi nella disponibilità di Gravina. Le verifiche degli inquirenti hanno riguardato una vicenda che risale al 2018, quando Gravina era a capo della Lega Pro.
Sotto la lente degli investigatori l'incarico affidato alla società Isg per migliorare la qualità della piattaforma di distribuzione degli eventi sportivi della Lega Pro e progettare sistemi antipirateria. Secondo l'impianto accusatorio l'affidamento di quella consulenza sarebbe stata "indirizzata" dall'indagato in cambio di utilità. Il 19 novembre il tribunale del Riesame aveva rigettato l'appello della Procura sul sequestro preventivo di 140 mila euro nei confronti del numero uno della Figc.
L'istanza dei pm era stata posta all'attenzione del tribunale della Libertà dopo che il gip nel giugno scorso aveva respinto richiesta escludendo la sussistenza del fumus del reato. Nelle motivazioni il tribunale della Libertà sostanzialmente sposa le tesi della Procura negando il sequestro in virtù delle disponibilità economiche di Gravina. L'indagine della Procura capitolina ha, quindi, subìto una accelerazione dopo la decisione del Riesame. "Attendevamo da tempo che terminassero le indagini - commentando i difensori, gli avvocati Leo Mercurio e Fabio Viglione - per poter finalmente dimostrare l'assoluta infondatezza dell'ipotesi di reato. Il presidente Gravina è totalmente estraneo a qualsivoglia condotta illecita e tanto gli consente di confidare serenamente nell'accertamento dell'autorità giudiziaria".
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