La produzione di biometano ha
raggiunto in Italia quota 570 milioni di metri cubi, un valore
"ben lontano dagli obiettivi contenuti nel Pniec che la fissano
a 5,7 miliardi di metri cubi/anno entro il 2030". E' quanto
afferma Paolo Maccarrone, direttore scientifico dello 'Outlook
Biometano 2024' del dipartimento 'Energy&Strategy' della School
of Management del Politecnico di Milano.
Secondo i dati contenuti nell'analisi sul biometano, finora
si sono concluse 4 aste su 5, che hanno registrato una capacità
produttiva assegnata "nettamente inferiore al contingente
disponibile, mantenendo l'Italia in ritardo rispetto al passo
dell'Europa".
Secondo Maccarrone il biometano rappresenta una
"straordinaria opportunità per combinare sostenibilità
ambientale, sicurezza energetica e valorizzazione delle risorse
locali". Tuttavia "il pieno sviluppo di questa filiera richiede
un impegno strategico condiviso, capace di superare barriere
economiche, normative e logistiche".
Secondo il Politecnico di Milano, sulla base di ipotesi fatte
analizzando l'andamento dei prezzi di mercato del metano e dei
costi operativi degli impianti di biometano, questi ultimi "non
sembrano economicamente sostenibili in assenza di incentivi".
Per questo, qualora non venissero introdotti nuovi aiuti
pubblici, "è forte il rischio che gli impianti vengano 'spenti'
al termine del quindicesimo anno" di attività. Da qui la
richiesta degli esperti del Politecnico di Milano di avere
"chiarezza" sulle politiche di sviluppo del settore nel lungo
termine.
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