In una atmosfera caotica e
surriscaldata dal risultato e dalle conseguenze del primo turno
delle presidenziali, vinto a sorpresa e fra le polemiche
dall'estremista di destra Calin Georgescu, in Romania si torna a
votare domenica primo dicembre per le elezioni legislative che
assegneranno i 133 seggi al Senato e i 330 alla Camera dei
deputati, con la soglia di sbarramento elettorale fissata al 5%.
Tutti i membri del nuovo Parlamento saranno eletti in 43
circoscrizioni plurinominali, basate sui 41 distretti della
Romania, il municipio di Bucarest e la diaspora romena,
attraverso un sistema di rappresentanza proporzionale su liste
di partito. Le elezioni parlamentari - inserite a cavallo fra il
primo e il secondo turno delle presidenziali, in programma l'8
dicembre - si tengono in un contesto politico alquanto
turbolento e incerto, dopo gli ultimi eventi legati alle
presidenziali di domenica scorsa, nelle quali la sorprendente
vittoria al primo turno del candidato indipendente e della
destra estrema Georgescu è stata macchiata dal sospetto di
ingerenze straniere attraverso il social forum TikTok, e dalla
decisione della Corte costituzionale di procedere al riconteggio
dei voti dopo una richiesta di annullamento per brogli
presentata dal candidato Cristian Terhes. In tale situazione, e
tenuto conto della sconfitta alle presidenziali dei partiti
tradizionali e alleati di governo, socialdemocratico e liberale,
i cui rispettivi leader Marcel Ciolacu (attuale premier) e
Nicolae Ciuca (presidente del Senato) sono stati costretti a
dare le dimissioni, potrebbe essere l'estrema destra dell'Aur
(Alleanza per l'unità dei romeni) a prendere il sopravvento,
sfruttando anche un possibile 'effetto contagio' dal voto
presidenziale. I sondaggi, infatti, secondo quanto riportato
oggi dai media, danno il partito Aur di George Simion (quarto
alle presidenziali con il 13%) al 22,4%, in vantaggio sia
rispetto al Partito socialdemocratico (21,4%) che all'Usr
(centrodestra) di Elena Lasconi, dato al 14,5%. Altre formazioni
minori di destra potrebbero ottenere buoni risultati. Lasconi
sarà la sfidante di Georgescu al ballottaggio delle
presidenziali, in caso di conferma dei risultati del primo
turno. Più staccati il partito Liberale (Pnl), negli ultimi anni
in crollo verticale, dato al 13.4%, e l'Udrm (il partito che
rappresenta la minoranza ungherese) che è intorno al 5.5%. Le
previsioni, però, sono state ampiamente ribaltate già alle
presidenziali ed è dunque molto difficile pronosticare come si
indirizzerà veramente il voto dei cittadini romeni, una parte
dei quali peraltro scesi in strada negli ultimi giorni per
protestare contro l'avanzata dell'estrema destra. Sono 43 i
partiti in lizza, e con essi anche candidati indipendenti. I
seggi resteranno aperti domenica dalle 7 alle 21 ora locale,
6-20 italiane.
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