L'Italia e Roma ancora centrali nel
Mediterraneo. E' quanto emerge dalla ricerca dell'Istituto
Piepoli per la Camera di Commercio della Capitale, basata su
3500 interviste online e presentata al Festival del Mare in
corso alla Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano. Sette in
totale i Paesi scelti per l'indagine: Italia, Francia e Grecia,
per il Nord Mediterraneo, e Algeria, Marocco, Egitto e Tunisia
per il Sud.
Per quanto riguarda la strategicità e la centralità
dell'Italia e di Roma nel Mediterraneo, in tutti i casi si
registra un alto livello di riconoscimento, come riporta la
ricerca. Ampiamente positiva la risposta in merito alla
strategicità della posizione geografica: dall'88% della Tunisia,
al 77% degli intervistati italiani. Dall'analisi emerge anche
come Roma sia "un importante centro economico di riferimento per
l'Europa". Le percentuali più alte si registrano per Grecia
(74%) e Tunisia (71%). Sulla rilevanza della Capitale per lo
sviluppo economico del Mediterraneo, gli intervistati concordano
su questa affermazione con percentuali che vanno dal 72% della
Grecia al 64% dell'Egitto. Per Tunisia ed Egitto, entrambe con
la percentuale più alta del 64%, la Capitale è poi importante
per "lo sviluppo della pace nel mondo". Gli intervistati dei
Paesi del Sud Mediterraneo, inoltre, giudicano insufficienti le
relazioni commerciali tra l'Italia e i loro Paesi.
La ricerca "mette in evidenza come la strategicità e
centralità di Roma e dell'Italia nel Mediterraneo siano
fortemente percepite da tutti i Paesi oggetto dell'indagine e,
dunque, come il Mediterraneo rientri, inevitabilmente, fra le
nostre priorità - afferma il presidente della Camera di
Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti - L'economia del mare è
una leva fondamentale di sviluppo per il nostro Paese, per
l'ampiezza e la complessità delle filiere interessate". E' una
realtà che "rappresenta 228mila imprese e oltre un milione di
occupati e vale 64,6 miliardi di euro di valore aggiunto
diretto. In totale, la filiera del mare genera 178,3 miliardi di
euro di valore aggiunto: 10,2% del totale dell'economia
nazionale. E' necessario, dunque, puntare su questa grande
opportunità, finora non adeguatamente valorizzata, e porla al
centro dello sviluppo della nostra città e del nostro Paese".
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