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Pronta a scattare la stretta sul velo in Iran ma il presidente riformista frena

Pronta a scattare la stretta sul velo in Iran ma il presidente riformista frena

Pezeshkian: 'Legge complicata e ambigua, c'è il rischio di tensioni'

ISTANBUL, 04 dicembre 2024, 09:02

di Filippo Cicciù

ANSACheck
Una donna velata in Iran © ANSA/EPA

Una donna velata in Iran © ANSA/EPA

Il regime degli ayatollah si sta preparando ad inasprire ulteriormente l'obbligo di portare il velo in pubblico ma la riforma è stata criticata dal presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, secondo il quale la sua applicazione potrebbe creare ulteriori tensioni nella società.
"Avrò colloqui con le altre autorità per convincerle che questa legge porterà sicuramente insoddisfazione e tensione nella società", ha detto Pezeshkian, un politico ritenuto riformista che è stato eletto in luglio e in campagna elettorale aveva promesso che avrebbe fermato i controlli della polizia morale per intimare alle donne di indossare il velo, un obbligo in vigore fin dalla fondazione della Repubblica islamica nel 1979.

Pezeshkian ha così risposto alle affermazioni del presidente del Parlamento, il fondamentalista Mohammad Bagher Ghalibaf, il quale aveva detto che annuncerà ufficialmente la nuova legge sull'hijab il prossimo 13 dicembre, mentre anche il capo della Magistratura, l'estremista Gholamhossein Ejei, si è dichiarato a favore del provvedimento "perché la situazione dell'hijab non è ragionevole". La 'legge a sostegno della famiglia attraverso la promozione della cultura dell'hijab e della castità' è stata pubblicata ufficialmente sabato, dopo l'approvazione in settembre da parte del Consiglio dei Guardiani, un organo costituzionale, e se sarà davvero annunciata ufficialmente in Parlamento, il governo sarà chiamato a comunicarne alle autorità competenti l'entrata in vigore per la sua applicazione sperimentale di tre anni.

"La nuova legge sull'hijab è complicata e ambigua e non può essere attuata facilmente", ha detto Pezeshkian a proposito delle nuove norme che prevedono pene severissime per chi trasgredisce. Le donne che non osservano l'hijab completo in pubblico o sui social media dovranno pagare una multa di 75 milioni di rial (circa 143 euro) e, in caso di recidiva, fino a 3,3 miliardi di rial, oltre a essere sottoposte al divieto di lasciare il Paese per due anni e di utilizzare i social media.

Nel caso in cui la trasgressione si ripeta, saranno multate fino a 5 miliardi di rial (10.000 dollari). È prevista anche l'identificazione di coloro che non portano il velo con telecamere a circuito chiuso fornite alla polizia dai ministeri dell'Intelligence e della Difesa. I complessi residenziali e commerciali saranno obbligati a consegnare alla polizia le riprese delle loro telecamere.

La legge è stata duramente criticata, già prima delle parole di Pezeshkian, con alcuni avvocati che la definiscono "illegale e vergognosa" mentre gli attivisti parlano di un "apartheid di genere e di uno strumento di intimidazione per una maggiore repressione". Uno "spettacolo ridicolo" per imporre l'hijab "nel quadro di una legge medievale", hanno affermato la nota attivista e avvocata Nasrin Sotoudeh e la scrittrice dissidente Sedigheh Vasmaghi, lanciando un appello alla contestazione.

Le attiviste hanno anche citato il caso di Mahsa Amini, la 22enne morta nel settembre del 2022 mentre si trovava in custodia dopo essere stata arrestata dalla polizia morale a Teheran perché non portava correttamente il velo. La tragedia provocò mesi di proteste anti governative in tutto l'Iran, che furono duramente represse dalla polizia, e una nuova ondata di contestazioni contro l'obbligo di indossare il velo in pubblico. 

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